L’ambiente con le sue mille accezioni, oltre ad essere diventato di fatto una delle realtà costanti e ben inserite del nostro vocabolario sociale ed economico, per le molte e varie ragioni legate alla salvaguardia dell’ecosistema terrestre e al risparmio dell’energia, è però sempre più spesso vittima di strategie di marketing e di metodi utili e veloci per far soldi, specie nell’ambito dell’edilizia. Ma perché un’architettura sia realmente sostenibile non basta un’etichetta e qualche suffisso “eco-” generosamente concesso come vuole l’ultima moda progettuale. Innanzitutto, spiega il WWF, è essenziale essere consapevoli di quali siano le reali necessità che spingono a costruire un edificio, quali i metodi, i materiali e il risparmio ottenibile e il beneficio per la comunità. Il Presidente di WWF Italia nonché architetto Fulco Pratesi, alla presenza della Presidente di WWF Lazio Vanessa Ranieri, ha identificato l’arte della costruzione sostenibile “uno degli strumenti più concreti e immediati di cui disponiamo per diminuire l’impatto delle nostre società sul pianeta e affrontare la sfida dei cambiamenti climatici già in atto”.
Un architettura, per tanto, intesa come espediente inscindibile dalla componente ambientale e come “strumento fondamentale per ridurre le emissioni di CO2”, e perché possa professarsi realmente verde, a basso impatto sull’ambiente e ben integrata con meccanismi finalizzati a risparmiare energia, deve poter osservare dieci importanti requisiti:
- 1) la sua costruzione sia indispensabile
- 2) sia adeguatamente localizzata
- 3) sia specifica per una località
- 4) recuperi o riqualifichi l’esistente
- 5) riduca al minimo le dimensioni
- 6) usi materiali a basso impiego di energia, salubri e a basso impatto
- 7) riduca il bisogno di energia
- 8) dia un ruolo attivo nella progettazione agli abitanti
- 9) esprima la capacità sociale del costruire
- 10) sia finalizzato al benessere della comunità
fonte: rinnovabili.it
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