mercoledì 11 novembre 2009

Truffe sull'eolico, quattro arresti

Presentavano false certificazioni per avere accesso a contributi erogati in favore dei produttori di energia eolica. Con quest'accusa sono finiti agli arresti, questa mattina, quattro persone, due delle quali in Sicilia, e altre 11 sono state denunciate nell'ambito dell'operazione denominata 'Viacolvento' .

Tra gli arrestati c'è Oreste Vigorito, presidente dell'Anev, l'associazione dei produttori di energia eolica, nonché amministratore dell'impresa eolica Ivpc e del Benevento calcio. Gli altri arrestati sono Vito Nicastri, di 53, di Alcamo (Trapani); Ferdinando Renzulli, di 43, di Avellino; e Vincenzo Dongarrà, di 47, di Enna. Il blitz delle Fiamme gialle, giunto al termine di due anni di indagine, ha portato al sequestro di sette parchi eolici riconducibili a 9 società di Avellino.

Gli accertamenti di polizia giudiziaria, scaturiti da una segnalazione del Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, sono stati condotti con il coordinamento della Procura della Repubblica di Avellino e si sono incentrati su 12 società (9 con sede ad Avellino e 3 in Sicilia) beneficiarie di contributi per la realizzazione di parchi eolici destinati alla produzione di energia elettrica.

L'organizzazione, secondo gli inquirenti, avrebbe beneficiato di fondi pubblici producendo false attestazioni sulla titolarità dei terreni utilizzati per impiantare turbine e sulle disponibilità economiche presso istituti di credito. Il meccanismo della frode prevedeva che le diverse società, tutte facenti capo alle stesse persone o comunque gestite in maniera coordinata, attestassero formalmente da una parte la titolarità dei terreni su cui avrebbero dovuto sorgere i parchi eolici e dall'altra le disponibilità finanziarie da destinare al progetto. La titolarità dei terreni, all'atto della richiesta di contributo, era certificata da false attestazioni.

Per quanto riguarda l'aspetto finanziario, la frode avveniva attraverso un complicato meccanismo in base al quale il 'gruppo' mostrava una maggiore capacità di fondi della società che in quel momento stava chiedendo il contributo, attraverso fittizie assegnazioni di capitali provenienti dall'estero (in massima parte dal Regno Unito). In realtà tali fondi corrispondevano all'importo del contributo già ottenuto da un'altra impresa, trasferito, non appena erogato, nella disponibilità della nuova società che andava ad accedere al contributo.
In seguito alle indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Avellino, corroborate da numerose acquisizioni di documenti ad Avellino, Roma, Napoli, Milano, Taranto, Enna ed Alcamo, nonché dagli esiti di rogatorie internazionali condotte in Olanda, Spagna ed Inghilterra, la Procura della Repubblica di Avellino ha disposto negli ultimi tempi diversi sequestri preventivi d'urgenza, sia di contributi già finanziati, sia di parchi eolici in otto comuni nelle province di Catania, Siracusa, Sassari e Palermo, dove erano già state montate le turbine.
In tutti i casi scoperti la disposizione legislativa violata è la legge 19 dicembre 1992 nr. 488 che costituisce il principale strumento giuridico italiano per il cofinanziamento delle misure di aiuto dell'Unione Europea (previste nel quadro comunitario di sostegno per le aree 'Obiettivo 1 - Regione Campania'), che ha lo scopo di stimolare l'attività produttiva delle aree depresse del Paese e favorire l'attuazione di progetti d'investimenti da parte delle imprese operanti nei settori del commercio, del turismo, dell'industria e dei servizi in genere.
Gli incentivi alle imprese richiedenti vengono concessi dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso bandi di gara. Nella concessione dei finanziamenti il Ministero si avvale di una banca concessionaria, scelta dall'impresa richiedente, cui viene attribuito il potere-dovere di effettuare l'istruttoria e le valutazioni economico-patrimoniali relative all'affidabilità imprenditoriale dell'impresa richiedente, con potestà di operare in nome e per conto del Ministero.

Gli impianti sequestrati si trovano in Sicilia (in centri della province di Catania, Siracusa, Palermo) e in Sardegna (in provincia di Sassari), per un totale di 185 turbine e per un valore totale di oltre 153 milioni di euro. Due impianti sono stati sequestrati nel comune di Carlentini (Siracusa), per complessive 57 turbine; uno nel comune di Militello Val di Catania (Catania) con 18 turbine; uno nel comune di Mineo (Catania) con 11 turbine; uno nel comune di Vizzini (Catania) con 30 turbine; uno nel comune di Ploaghe (Sassari) con 26 turbine; uno nel comune di Camporeale (Palermo), con 24 turbine; ed uno nei comuni di Partinico (Palermo) e Monreale (Palermo) con 19 turbine.

fonte: lanuovaecologia.it

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