venerdì 24 ottobre 2008

Cambiamenti climatici: più veloci, vicini e forti

Il Wwf lancia l’allarme rosso per il clima. Il polo nord si scioglierà con 30 anni di anticipo e il mare si innalzerà due volte le stime precedenti. Per l’associazione se si vuole fermare l’aumento delle temperature è necessaria la riduzione del 30% delle emissioni di gas serra

La crisi del clima accelera e una riduzione del 20% delle emissioni di Co2 al 2020 non basta per fermare l'aumento di 2 gradi della temperatura rispetto ai livelli pre-industriali mentre serve una "risposta internazionale più rapida e ambiziosa" con un target di riduzione al 2020 del 30% di gas serra rispetto ai livelli del 1990.

Questo quanto afferma il Wwf in un dossier pubblicato oggi dal titolo "Cambiamento climatico: più veloce, più forte, più vicino" in cui l'associazione rilancia l'emergenza clima mettendo in fila tutti i nuovi studi che testimoniano che i cambiamenti sono più veloci di quanto la scienza avesse previsto.

Lo studio è stato redatto con il supporto di esperti internazionali di climatologia tra cui Jean-Pascal van Ypersele, dell'Università cattolica di Lovanio (Belgio) e neo-eletto vice presidente dell'Ipcc, che ha dichiarato: "E' . Per questo è vitale che la risposta internazionale per taglio emissioni e adattamento sia più rapida e più ambiziosa".

Ecco quindi che l'Oceano Artico sta perdendo la calotta glaciale con un anticipo di 30 anni circa rispetto alle previsioni; nelle isole britanniche e nel Mare del Nord i cicloni estremi aumenteranno in numero e intensità; il Mediterraneo subirà periodi di siccità a lungo termine sempre più frequenti; a livello globale, si prevede che l'aumento del livello del mare sarà pari al doppio della previsione massima dell'Ipcc, che stimava un aumento di 0,59 metri al 2100.

Questa la fotografia nel dettaglio scattata nel dossier Wwf:
- ACCELERAZIONE CAMBIAMENTO: secondo l'Ipcc, il Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici, vincitore del premio Nobel per la pace 2007, è necessario che i paesi sviluppati riducano le emissioni dal 25 al 40 per cento entro il 2020.
L' ultimo rapporto (4.000 scienziati da più di 150 Paesi) ha mostrato che i motivi di preoccupazione ora sono più forti e questo dovrebbe indurre l'Europa a impegnarsi perché l'aumento della temperatura globale sia ben al di sotto dei 2 gradi rispetto all'era pre-industriale.
Ma anche mantenendo il limite di 2 gradi, secondo l'Ipcc è necessario comunque che i paesi sviluppati riducano le emissioni dal 25 al 40 per cento entro il 2020 rispetto ai valori del 1990, mentre una riduzione del 20% risulterebbe insufficiente.
- GHIACCI: le più recenti ricerche scientifiche mostrano che l'Oceano Artico sta perdendo la calotta glaciale con un anticipo di 30 anni circa rispetto alle previsioni Ipcc. E ora si prevede che nel periodo estivo i ghiacci potrebbero sparire del tutto tra il 2013 e il 2040, un fatto che non si è mai verificato da più di un milione di anni ad oggi. I ghiacciai nelle Alpi svizzere continueranno a diminuire, con conseguenti drastiche riduzioni nella produzione di energia idroelettrica.
- CICLONI E INONDAZIONI: stando agli studi più recenti, nelle isole britanniche e nel Mare del Nord i cicloni estremi aumenteranno in numero e intensità, portando ad incrementare la velocità del vento e i danni legati alle tempeste sull'Europa occidentale e centrale. E anche la quantità massima di piogge annue aumenterà nella maggior parte d'Europa, con conseguenti rischi di inondazioni e danni economici.
- OZONO CITTA': il livello di ozono troposferico, che agisce come inquinante, potrà essere simile a quello registrato durante l'ondata di caldo del 2003, con aumenti maggiori in Inghilterra, Belgio, Germania e Francia.
- MARE: gli ecosistemi marini nel Mare del Nord e nel Mar Baltico oggi sono esposti alle temperature più miti mai registrate da quando sono iniziate le misurazioni. A livello globale, si prevede che l'aumento del livello del mare sarà pari al doppio della previsione massima dell'IPCC, che stimava un aumento di 0,59 m entro la fine del secolo, con gravi rischi per ampie zone costiere.
- SICCITA' E AGRICOLTURA: il Mediterraneo subirà periodi di siccità a lungo termine sempre più frequenti. L'aumento delle temperature ha già comportato una riduzione nei raccolti di grano, mais e orzo in tutto il mondo.

fonte: lanuovaecologia.it

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