I biocarburanti e i biocombustibili possono essere prodotti tramite diverse materie prime. Le più note sono le materie prime agricole e vegetali, il cui impatto sulla biodiversità e sui prezzi agroalimentari è tuttavia ancora in fase di studio. Per questi motivi la ricerca scientifica e industriale si è recentemente orientata verso lo sviluppo dei biocarburanti di seconda generazione. Questi ultimi si distinguono dai biocarburanti tradizionali nella loro fonte. I più noti biocarburanti di seconda generazione sono ricavati dalla lavorazione delle alghe, le quali non interferiscono con i mercati agroalimentari. Un'altra interessante via arriva dai biocarburanti prodotti dalla spazzatura. Gli scarti organici dei processi agroindustriali possono trasformarsi in materia prima per la produzione dei biocarburanti. Una tecnologia a riguardo è stata messa a punto dal laboratorio israeliano Arava Institute for Environmental Studies. Lo studio è portato avanti dalla ricercatrice Elaine Solowey ed ha individuato una tecnologica in grado di sfruttare materie ad elevato contenuto di cellulosa e non solo di amidi e zuccheri (es. legno, palma ecc). La cellulosa viene trasformata in zuccheri semplici e questi ultimi danno vita al processo di distillazione per produrre il biofuel etanolo.
fonte: ecoage.it
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giovedì 2 ottobre 2008
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