Un’azione collettiva potrebbe portare in tribunale la multinazionale Trafigura, che sarebbe coinvilta nel caso della nave che due anni fa scaricò rifiuti tossici nei dintorni di Abyàn. Indennizzate finora le famiglie delle 17 persone morte, ma non i 100.000 ammalati
Un'azione collettiva promossa da 22.000 persone (ma potrebbero aggiungersene altre migliaia) potrebbe portare a giudizio la multinazionale Trafigura per il suo coinvolgimento nel caso della nave Probo Koala, per il quale ieri ad Abyàn si è aperto un processo.
Dodici sono le persone sotto accusa per inquinamento, tentato inquinamento e complicità in inquinamentoa seguirto dello scarico illegale dei rifiuti tossici. Tra i processati il direttore de la società ivoriana Tommy, proprietaria dei camion cisterna che hanno effettuato lo scarico, il comandante del porto di Abyàn e due doganieri.
"L'azione collettiva sarà esaminata da un tribunale di Londra il prossimo anno" ha riferito l'avvocato Martyn Day in rappresentanza dei suoi 22.000 clienti, parte delle migliaia di persone che hanno sofferto le conseguenze di 538 tonnellate di rifiuti scaricati illegalmente tra il 19 e il 20 agosto 2006 in sette diversi siti della capitale ivoriana.
L'imbarcazione era stata noleggiata da Trafigura (società che ha sedi in Olanda e Svizzera) che ha versato al governo di Abidjan 152 milioni di euro in cambio della rinuncia a qualsiasi azione legale presente e futura. Un salvacondotto che potrebbe però essere aggirato dall'azione collettiva che si sta cercando di intentare a Londra.
Nei due anni trascorsi dal fatto sono state indennizzate le famiglie delle 17 persone morte per le esalazioni tossiche di quei rifiuti, ma non le 100.000 vittime di patologie varie, intossicazioni e malformazioni.
Il processo partito ieri ad Abyàn vede sul banco degli imputati 12 persone responsabili della società ivoriana che procedette a smistare le scorie pericolose; nessun responsabile di Trafigura è stato chiamato in giudizio
fonte: lanuovaecologia.it
Nessun commento:
Posta un commento