LE FOTO INVIATE DAI LETTORI
La mappa delle denunce, che saranno ora verificate sul posto e nei dettagli dagli esperti di Legambiente, non conosce confini. "Da Nord a Sud - lamenta ancora Caselgrandi - lo scempio si concentra in modo particolare e imprevedibile proprio in quelle aree che dovrebbero essere protette o che potrebbero rappresentare una risorsa turistica per il territorio, come le coste del Sud della Penisola".
Stefano Scapigliati segnala ad esempio a Lavinio Mare, sul litorale laziale, "un enorme palazzo praticamente costruito vicinissimo al mare e su un lotto di terreno che non rispetta nemmeno la distanza minima tra una costruzione e l'altra". "Bloccata la costruzione circa 10 anni fa - ricorda ancora il lettore - continua con il suo scheletro a deturpare il panorama".
Marco Saba scrive dalla Sardegna per lamentare la presenza di "un albergo di sei piani in costruzione sulla strada provinciale che unisce Olbia a Golfo Aranci di fronte alla spiaggia di Bados". Fortunatamente la costruzione "al momento è sotto sequestro della Guardia Forestale per cui i lavori sono stati momentaneamente fermati". Un anonimo denuncia invece come "scandaloso" un edificio nel comune di Bobbio (Piacenza) "mai concluso sulla riva del fiume Trebbia".
Giuseppe Dongiacomo spedisce una serie di immagini di un grande edificio sul lungomare di Castellammare di Stabia che parlano da sole. "Non penso che ci sia bisogno di aggiungere molto rispetto alle foto - denuncia - se non che l'edificio si trova in pieno centro e che versa nello stato di completo abbandono da oltre trent'anni". Lo scempio ambientale non risparmia neppure le aree protette. Dalla Puglia arriva una denuncia, corredata da un ampio servizio fotografico, di "una serie di abitazioni dall'architettura obsoleta, dal cemento facile, prive di qualsiasi criterio di ecosostenibilità, edificate sul territorio del Parco Nazionale del Gargano".
Un vasto campionario insomma dell'assalto che cemento e speculazione continuano a portare contro il territorio, spesso in barba alla legalità oltre che al buonsenso. "Speriamo di aver messo in moto un processo di sensibilizzazione che non si fermi ma che possa arricchirsi di mezzi e strumenti per combattere il degrado - conclude Caselgrandi - noi ci stiamo impegnando proprio per raggiungere questo ambizioso obiettivo, realizzabile solo grazie alla fondamentale partecipazione dei cittadini".
Per questo la campagna "Hai visto un EcoMostro?" va avanti.
Manda una mail all'indirizzo ecomostri@ecoradio.it
fonte: repubblica.it
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