Entro il 2010 la produzione di etanolo brasiliana, carburante vegetale alternativo alla benzina, potrebbe entrare nella fase della seconda generazione. L'annuncio è stato diffuso dalla società danese Novozymes che sta sperimentando una nuova tecnologia in grado di ricavare il biocarburante dai residui agricoli della canna da zucchero, del mais e del grano (fonte Ansa 27/09/2008). La tecnologia consentirebbe di evitare la destinazione dell'intera produzione agricola alla filiera agroenergetica, salvaguardando la destinazione alimentare. Soltanto gli scarti della produzione agricola destinata al fabbisogno alimentare potrebbe essere usata per produrre carburante vegetali. In altri termini, unire la filiera agroenergetica e agroalimentare, rendendo il prodotto agroenergetico come un mero sottoprodotto alimentare (o viceversa). Una volta entrata a regime la tecnologica consentirebbe anche di estrarre glicosi dal materiale cellulosico (legno, segatura, ecc). Un aspetto particolarmente utile per la società danese Novozymes, leader nella produzione di enzimi industriali. Se l'annuncio sarà confermato anche dai fatti la tecnologia potrebbe eliminare del tutto il rischio dell'impatto dei biocarburanti sul mercato agroalimentare. Non sarà infatti più necessario destinare ampie aree agricole a coltura agroenergica, sarà sufficiente produrre soltanto materie prime agroalimentare sfruttando soltanto gli scarti per produrre biofuel.
fonte: ecoage.it
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lunedì 6 ottobre 2008
Etanolo dagli scarti agricoli: l'ipotesi Novozymes
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