Governi, Ong scienziati e gruppi ambientalisti hanno lanciato ieri un appello per forti riduzioni nelle emissioni di gas serra entro il 2050 e sottolineato che la crisi finanziaria mondiale non deve pregiudicare l'impegno per salvaguardare fauna e flora del pianeta.
Governi, Ong scienziati e gruppi ambientalisti hanno lanciato ieri un appello per forti riduzioni nelle emissioni di gas serra entro il 2050 e sottolineato che la crisi finanziaria mondiale non deve pregiudicare l'impegno per salvaguardare fauna e flora del pianeta. "Il messaggio che emerge con chiarezza da questa riunione è che la biodiversità supporta il benessere delle società umane e le loro economie", ha detto Julia Marton-Lefevre, capo dell'Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn), in una dichiarazione diffusa al termine del congresso dell' organizzazione, svoltosi nell'arco di dieci giorni a Barcellona.
Al congresso di quella che si definisce la più vecchia e grande rete ambientalista mondiale hanno partecipato quasi 8.000 delegati. "Stiamo mostrando come salvare la natura debba essere parte integrante della soluzione di qualsiasi crisi mondiale", ha aggiunto Marton-Lefevre. I congressisti hanno rivolto un appello non vincolante ai governi affinché riducano tra il 50 e l'85% entro il 2050 le emissioni di anidride carbonica (CO2) e limitino il riscaldamento globale a non più di due gradi centigradi rispetto all'era preindustriale. Oltre 190 Paesi dovrebbero accordarsi entro fine 2009 per un nuovo trattato internazionale sul clima, mirante a contrastare l'innalzamento del livello dei mari, il riscaldamento planetario, l'estinzione di specie animali e vegetali, fenomeni meteorologici estremi, siccità e inondazioni.
L'Iucn chiede altresì linee-guida e migliori standard per i progetti relativi ai biocarburanti; che, se da un lato contribuiscono a ridurre le emissioni di gas da combustibili fossili, dall'altro riducono i terreni per le produzioni agricole destinate all'alimentazione umana e animale. "I partecipanti hanno sottolineato che i costi delle perdite di biodiversità non solo sono maggiori di quelli degli attuali problemi finanziari, ma, in molti casi, sono anche irreparabili", afferma la dichiarazione finale del congresso.
L'Iucn ha inoltre chiesto il bando della pesca del tonno rosso nel Mediterraneo e la creazione di un 'santuario' per la fauna marina nell'arcipelago spagnolo delle Baleari. Il congresso ha infine eletto presidente l'indiano Ashok Khosla, che succede al sudafricano Walli Moosa; ed ha concordato un programma di conservazione della natura per il periodo 2009-2012.
fonte: lanuovaecologia.it
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