L'approvvigionamento idrico in Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna può diventare ancora più difficile di quanto sia oggi per la crescente scarsità d'acqua e il malfunzionamento delle reti di distribuzione. L'allarme congiunto di Oms, Fao ed Efsa
POCHE PIOGGE E RETI COLABRODO. Le precipitazioni in Italia sono diminuite del 14% negli ultimi 50 anni e si prevede in questo secolo un aggravamento della siccità e una riduzione dell'approvvigionamento idrico, soprattutto nel Sud. Lo affermano l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), l'Organizzazione dell'Onu per il cibo e l'agricoltura (Fao) e l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). "L'approvvigionamento idrico in Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna può diventare ancora più difficile di quanto sia oggi a causa sia della crescente scarsità d'acqua sia del malfunzionamento delle reti di distribuzione", affermano le tre organizzazioni in una dichiarazione congiunta in occasione di un seminario dedicato alle conseguenze del cambiamento climatico sulla salute.
COSTE A RISCHIO. "L'ulteriore diminuzione delle precipitazioni medie potrebbe richiedere il riutilizzo delle acque reflue e la desalinizzazione dell'acqua di mare", aggiungono Oms, Fao ed Efsa, che sottolineano altresì la minaccia rappresentata dall'innalzamento del livello dei mari. Uno studio della Nasa (l'ente spaziale americano) mostra che "circa 4.500 chilometri quadrati di aree costiere italiane sono a rischio allagamento". Ricordando che, per l'Europa, si prevede, tra la fine del ventesimo e quella del ventunesimo secolo, un aumento della temperatura media compreso tra 2,3 e 6 gradi centigradi, le tre organizzazioni preconizzano che il riscaldamento climatico esporrà la popolazione ai rischi derivanti dal cambiamento dei regimi meteorologici e dai conseguenti cambiamenti nella quantità e qualità di acqua, aria e cibi; come pure negli ecosistemi, nell'agricoltura, nei generi di sostentamento e infrastrutture.
MENO CIBO E RISCHI SANITARI. A causa del riscaldamento climatico, il seminario paventa, per questo secolo, un calo della produzione agricola, con conseguenze in termini di malnutrizione; e il rischio di un peggioramento delle condizioni igieniche, per il diffondersi di insetti, batteri e malattie animali. "Il Mediterraneo è un punto focale riconosciuto per il cambiamento climatico. La regione è già caratterizzata da scarsità di risorse idriche, che sono anche distribuite in maniera ineguale tra i Paesi. Con il cambiamento climatico, è probabile che l'area subisca una diminuzione del 25% delle piogge invernali", sostengono Oms, Fao ed Efsa.
fonte: lanuovaecologia.it
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