venerdì 21 marzo 2008

Giornata mondiale dell'acqua

I conti dell'uomo con l'acqua sono iniziati da lontano. E ora non tornano più: almeno 2,6 miliardi di esseri umani (tra cui 980 milioni di bambini) non hanno acceso a servizi igienici di qualità e sono esposti a gravi rischi sanitari, hanno ricordato l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l'Unicef in un appello congiunto in occasione della Giornata mondiale dell'acqua. La situazione è particolarmente grave in Africa, dove sei abitanti su dieci non hanno accesso servizi igienici di qualità - un gabinetto decente che consente di evacuare le acque sporche.

LEGAMBIENTE: IMPARIAMO A BERE L'ACQUA DEL RUBINETTO - Sull'uso e l'abuso di acqua noi italiani recitiamo una storia a parte: siamo i primi consumatori al mondo di acque minerali: ogni anno ne beviamo quasi 190 litri a testa, in media. E fuori casa, nei locali pubblici, beviamo quasi esclusivamente acqua in bottiglia. Nell'ambito della giornata mondiale dedicata all'acqua Legambiente ha annunciato di appoggiare la campagna intitolata "Imbrocchiamola!", con la quale si vuole diffondere il consumo dell'acqua potabile del rubinetto «che è buona, controllata, comoda (arriva in casa) e poco costosa».

ALLARME DEL WWF SUI PESCI DI ACQUA DOLCE - E nel nostro paese, sempre a proposito di acqua dolce, c'è l'allarme contenuto in un rapporto del Wwf sulla sopravvivenza di numerose specie di pesci diventati sempre più rari in fiumi, laghi e lagune italiani. Tra nomi noti e altri tipici di alcune località, nella top ten delle nostre specie maggiormente in pericolo di estinzione risultano l'anguilla, il ghiozzo di ruscello, il panzarolo, il carpione del Garda, la trota marmorata, il carpione di Fibreno, la trota macrostigma, lo storione cobice, la lampreda di ruscello e la lampreda padana. Nel bilancio dei nostri pesci d'acqua dolce, infatti, afferma il Wwf, su circa 50 specie autoctone tre sono già estinte, mentre 22 sono quelle a rischio di fare la stessa fine, con diversi gradi di pericolo.

I DISASTRI DELLA RETE IDRICA - Ma la scomparsa della fauna ittica italiana, spiegano gli ambientalisti, è solo un sintomo della gravità della situazione delle acque interne. I problemi vanno dalla gestione inefficiente della rete idrografica superficiale alla distruzione di habitat naturali, con canalizzazioni, dighe, traverse, inquinamento, introduzione di specie "straniere", oltre a una confusione normativa, alla frammentazione di competenze e risorse e alla tardiva o mancata applicazione di direttive comunitarie.


fonte: corriere.it

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