Nella gestione dei contributi europei destinati alla formazione professionale in Sicilia sarebbero emerse frodi per 36 milioni di euro, "per la maggior parte dei quali non ancora recuperati". Questo è quanto sostiene la Corte dei Conti che ha inviato una relazione alla sezione affari comunitari.
Le "irregolarità" sarebbero da ricercare nella fatture false o gonfiate, nei corsi fantasma di formazione professionale e nei controlli scadenti. Esaminati in particolar modo, come riporta il Giornale di Sicilia, i finanziamenti europei del programma Fse (Fondo sociale europeo) erogati alla Sicilia a partire dal 1994 nella prima e seconda edizione di Agenda 2000.
Secondo la relazione della sezione di controllo presieduta da Maurizio Meloni e redatta da Laura D'Ambrosio "la Sicilia con quasi 33 milioni da recuperare guida la classifica delle Regioni per frodi e irregolarità, verificatesi per la quasi totalità nel programma Fse.
Per i magistrati contabili: "in molti casi si segnalano attività non eseguite affatto con iscritti a più corsi che risultavano presenti a lezioni contemporaneamente". C'è poi l'analisi sui risultati ottenuti dai corsi. "Uno dei maggiori problemi - scrive la Corte - è la difficoltà di valutazione dell'impatto ottenuto". Per la magistratura contabile inoltre "la macchina dei controlli non è in grado di individuare irregolarità che vengono scoperte dopo anni dall'autorità giudiziaria".
La Corte dei Conti punta poi il dito contro l'assessorato regionale alla Formazione che "pur controllando il 100% della spesa, il dipartimento individua irregolarità in maniera irrilevante rispetto all'erogazione dei contributi".
fonte: lasicilia.it
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