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Nell'ambito delle inchieste sulla «situazione emergenziale dello smaltimento di rifiuti nella zona di Napoli» deve essere confermato il sequestro dell'impianto di smaltimento di Gricignano (Caserta) della società Resit, sebbene l'attività di smaltimento sia cessata. Lo sottolinea la Cassazione motivando la decisione sulla conferma dei sigilli alla discarica in base alla pericolosità della tipologia dei rifiuti smaltiti senza autorizzazione rientrante nella categoria dei rifiuti pericolosi, e per la personalità pericolosa del titolare della società, Cipriano Chianese, accusato di essere un appartenente alla Camorra e di avere «un ruolo attivo nella gestione delle discariche». La Suprema corte - con la sentenza 11086 - aggiunge, inoltre, che dalle indagini è emerso che Chianese ha la capacità «di stringere proficui rapporti di connivenza con pubblici funzionari preposti alla risoluzione della cosidetta emergenza rifiuti ed apparendo poco rassicurante il fatto che ha già violato i sigilli apposti al sito». Per quanto riguarda il traffico illecito di rifiuti che avveniva a Gricignano - disposto lo scorso giugno dal tribunale del riesame di Napoli - la suprema corte ricorda che da una analisi a campione era emerso che nella discarica erano stati smaltiti 1.140mila chili di acido cloridrico, fondi di distillazione e residui di reazione alogenati per 400 chili, vernici al cloruro, 700 chili di pcb. Inizialmente, invece, il gip di Napoli aveva detto no alla richiesta di sequestro del sito inoltrata dal pm del tribunale di Napoli. In conclusione, per la Cassazione esiste il rischio che il reato di traffico abusivo di rifiuti venga nuovamente reiterato se il sito di Gricignano fosse dissequestrato fonte: lanuovaecologia.it |
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mercoledì 12 marzo 2008
Sequestro confermato per la discarica Resit
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