venerdì 21 marzo 2008

L'Ocse taglia le stime del Pil

Crescita inferiore alle previsioni per i Paesi industrializzati, per l'Europa e per l'Italia. L'Ocse nelle sue previsioni interinali appena pubblicate, riduce tutte le previsioni di crescita dei principali paesi. E rilancia l'allarme che arriva dalla difficile situazione economica americana. "La crisi dei mercati finanziari non svanirà presto", conferma il capo-economista dell'Ocse, Jorgen Elmeskov, spiegando che ciò che soprattutto pesa sulla crisi è l'incertezza riguardo all'andamento del prezzo del petrolio, ma anche l'impatto sulle banche e sugli investitori. Più o meno gli stessi toni usati dagli economisti del Fondo monetario internazionale. Il pil dell'Italia dovrebbe crescere dello 0,3% sia nel primo che nel secondo trimestre del 2008. Dato in calo dello 0,4% rispetto alle previsioni di dicembre. Su base annuale, dovrebbe crescere dell'1,1% contro la stima dell'1,3%.

Eurozona.
La variazione congiunturale del pil di Eurozona sarà pari a +0,5% nel primo trimestre e a +0,4% nel secondo. Nonostante questo, "nel breve termine non servono politiche espansive", sostiene l'Ocse, che di fatto aderisce alla visione della Bce che ha deciso di mantenere il costo del denaro fermo al 4%.

Usa. Nel primo trimestre il pil salirà solo dello 0,1% con una crescita zero prevista per il secondo trimestre 2008 (-0,4% e -0,5% rispetto alle previsioni di dicembre). Negli Usa "può essere ancora troppo presto parlare di recessione, ma con il passo delle attività economiche, assestato così al di sotto del potenziale, è chiaro che lo stallo si sta rapidamente accentuando".
Peggioramento in vista. "Le prospettive di breve termine dell'economia mondiale sono peggiorate", si legge nel rapporto. Secondo l'organizzazione, le continue turbolenze finanziarie e le conseguenze della crisi dei mutui hanno valicato i confini degli Stati Uniti. "L'economia reale non è al riparo dalle turbolenze finanziarie" avvertono gli analisti.

L'Fmi. Prospettive non rosee anche per l'Fmi. Secondo la bozza del World Economic Outlook - che sarà pubblicato per le riunioni di primavera del 12 e 13 aprile dell'Fmi, e che l'Ansa anticipa - la crisi dei mutui subprime che ha travolto i mercati finanziari ha inferto un duro colpo all'economia statunitense. Secondo il Fondo, "gli indicatori per l'inizio del 2008 suggeriscono che l'economia resta molto debole, certamente vicina a una possibile recessione" e che i rischi in questo senso sono "chiaramente aumentati". Il pil Usa nel 2008 dovrebbe comunque crescere dell'1,5%: lo 0,4% in meno rispetto alle stime. Nel 2009 il progresso sarà dell'1,7%, un punto in meno rispetto alle precedenti stime.

L'Italia. Anche l'Fmi rivede al ribasso le previsioni di crescita per l'Italia, seppur in misura minore rispetto all'Ocse. Secondo il Weo, il pil italiano progredirà quest'anno dello 0,6%, 0,7 punti in meno rispetto alle previsioni ufficiali dello scorso ottobre. Per il 2009, invece, si stima che l'economia cresca dello 0,8% (-0,7% rispetto alle stime precedenti).

Le stime generali. In generale l'economia mondiale progredirà quest'anno del 4,2% (0,2% in meno rispetto alle stime di ottobre 2007). Quanto a Eurolandia, la crescita è stata rivista per quest'anno all'1,6%, mezzo punto in meno.

Suggerimenti. I paesi di Eurolandia in regola con i bilanci, suggerisce il documento, potrebbero usare misure "discrezionali di stimolo" all'economia. Ma in altri paesi, "tra cui Italia e Francia", con debito elevato e "insufficienti piani di aggiustamento dei conti pubblici", il pieno utilizzo degli stabilizzatori automatici "dovrebbe essere limitato".

"Spazio per misure di sostegno". Il consolidamento di bilancio dello scorso anno, si legge, "ha creato uno spazio per misure di sostegno" all'economia. "Certamente - avverte il Fondo - nel 2008 il deficit dell'area euro dovrebbe ampliarsi di mezzo punto percentuale del pil, soprattutto come risultato del rallentamento della crescita, ma anche a causa di un incremento del deficit strutturale in Germania, Italia e Spagna". Secondo l'Fmi, infine, "i paesi con disavanzo vicino al tetto del 3%, come Francia, Italia e Grecia, dovrebbero compensare almeno in parte i loro stabilizzatori automatici. Salvo in caso di recessione, nel qual caso il patto di stabilità e crescita permetterebbe un temporaneo e piccolo sforamento del tetto di deficit".

"Bene la Bce". "La Bce sta appropriatamente tenendo fermi i tassi di interesse per ora": è il parere dell'Fmi, secondo il quale tuttavia l'Eurotower "dovrebbe essere pronta a rispondere in modo flessibile se i rischi a ribasso per la crescita e l'inflazione dovessero intensificarsi".

Il dollaro. Dall'inizio del 2002 il dollaro "si è deprezzato di circa il 25% in termini reali, in uno dei più consistenti episodi di svalutazione da dopo Bretton Woods". E' quanto sottolinea l'Fmi, in riferimento alla conferenza del 1944 che portò a un sistema di regole e procedure per regolare la politica monetaria internazionale. Il Fondo precisa che il biglietto verde "si è avvicinato all'equilibrio di medio termine, ma resta ancora piuttosto forte".

fonte: repubblica.it

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