giovedì 27 marzo 2008

I bambini di Taranto scrivono a Vendola

Duemila lettere consegnate al presidente della Regione Puglia da un gruppo di bambini dell'Associazione di volontariato contro l'inquinamento a Taranto. Per dire che le emissioni dell'Ilva sono per loro un "grande mostro"/ La replica di Nichi Vendola - Diossina nel latte anche a Taranto
C'é il sole col sorriso che diventa una smorfia triste e fabbriche che emanano dai comignoli grandi e minacciose nuvole nere nella maggior parte dei disegni che accompagnano le 2.000 letterine consegnate ieri al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, da un gruppo di bambini dell'Associazione di volontariato contro l'inquinamento a Taranto.



L' associazione, diretta da un medico pediatra, Pino Merico, raccoglie oltre 1.000 piccoli iscritti, tutti scesi sul sentiero di guerra per dire che hanno paura, che le emissioni dell'Ilva, quello stabilimento che dà lavoro a tanti papà, è diventato per loro un "grande mostro".

Ecco perché sabato prossimo, tutti insieme, tenendosi per mano, i bambini di Taranto sfileranno per le vie della città, chiedendo che le istituzioni comprendano le loro ansie, le loro preoccupazioni diventate incubi nella notte: "mi verrà una brutta malattia? Morirò?". Sono queste le domande che i bambini di Taranto fanno ai loro genitori e ai loro insegnanti. Le letterine - ha promesso Vendola - saranno raccolte in un libro che sarà pubblicato dalla Regione Puglia. La prima lettera del volume sarà quella del piccolo Tommaso, malato di una grave forma di neoplasia.

Il papà di Tommaso è voluto essere presente all'incontro di ieri e ha stretto la mano a Vendola chiedendo di fare qualcosa per i bambini di Taranto. Tommaso racconta della sua città e poi chiede: "Ma le cause di tutto questo chi le paga?". "Perciò - conclude il bambino - io dico basta. Le fabbriche di Taranto devono essere demolite perché ci siano fabbriche ecologiche perché di mezzo ne va la salute delle piante e degli animali e di noi tutti". Ma le letterine consegnate dai bambini col berretto blu calato sulla fronte sono davvero tante e a leggerle vengono i brividi.

"Caro presidente, - scrive una bimba - mi chiamo Ilaria Capozzo e frequento la classe della scuola Egidio Giusti. Io abito nella zona Tamburi, mi trovo a due passi dallo stabilimento Ilva. Non si può descrivere il minerale e quelle grosse bolle di vapore che vanno verso il cielo e formano delle grandi nuvole. Noi bambini non possiamo giocare nei prati perché non c'é più quell'aria di una volta. Secondo lei è giusto che noi bambini dobbiamo restare in casa?". "Qui a Taranto - scrive perentorio un altro bambino - domina un problema gravissimo e la prego di prendere provvedimenti".

"Gentilissimo governatore, - scrive Francesca, seconda C scuola XXV luglio di Taranto - io sono una bambina di sette anni e vi chiedo di occuparvi dell'inquinamento della



nostra città, perché noi bambini siamo molto preoccupati per la nostra salute. Qui tanti bambini muoiono per colpa di questo grandissimo problema. Spero che lei faccia qualcosa". "Caro governatore, chi ti scrive - si legge ancora - è un bambino di 8 anni di nome Luigi. Ti scrivo questa lettera perché ti chiedo informazioni sul mio futuro. Ormai la mia città è piena di diossina derivante dai fumi dell'Ilva. Questa diossina oltre ad inquinare l'aria che respiriamo e i cibi che mangiamo...Io chiedo soltanto un futuro migliore...".

"Signor presidente, non mi piace - scrive Luca - che l'aria, l'acqua e il cibo che abbiamo ci avvelenino. Deve fare qualcosa per noi bambini". "Sono un bambino di Taranto e frequento la quarta elementare alla scuola Giusti... Mi piacerebbe tanto abitare in una città con tanto verde e aria più pulita e questo sarà possibile solo se combatteremo tutti insieme per un mondo più colorato". "Caro governatore - scrive Alessia della quarta A - le voglio chiedere una cortesia: lei deve venire a Taranto per salvare la città.

L'inquinamento dell'Ilva sporca e nel mare muoiono i pesci...". "Caro signor presidente, - si legge ancora - sono Marco Del Gaudio e vorrei comunicarle che l'intera Italia è avvolta nell'inquinamento...La sporcizia deve sparire dalla faccia della terra!". "Caro presidente, so che presto verrà a trovarci, sono contento così potrò dire di tutto quello che mi preoccupa, c'é l'Ilva che mi fa paura... Si può fare qualcosa - chiede un altro bambino - per poter vivere meglio nella mia città che è Taranto? Ciao, Michele".

"Caro signor Vendola - si legge in un'altra letterina - sono un bambino che tutti i giorni ascolta alla televisione che a Taranto l'inquinamento fa ammalare gravemente anche noi bambini. Io vorrei diventare grande e vorrei poter ricordare questa mia lettera a lei che leggendola farà qualcosa per aiutarci a crescere sani in una città più pulita. Giacomo". L'appello di tutti è solo uno: "Gentile presidente nella nostra città Taranto c'é molto inquinamento infatti il mare è sporco e molte persone muoiono sul lavoro nelle fabbriche. Quindi la prego venga...Faccia qualcosa".

fonte: lanuovaecologia.it

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