martedì 18 marzo 2008

La Fed lima ancora i tassi In Europa perdite per 304 miliardi

La crisi costa cara anche a Piazza Affari: bruciati 22 miliardi
ROMA - Nei mercati finanziari europei sono andati in fumo oggi circa 304 miliardi di euro. Tanto è scesa la capitalizzazione del DJ Stoxx 600, l'indice più rappresentativo delle Piazze in Europa, nella seduta odierna. Dall'inizio del 2008 l'indice Dj Stoxx 600 ha perso il 20,4%: in termini di capitalizzazione significa che i listini del Vecchio Continente hanno bruciato 1.817 miliardi di euro. La crisi economica e finanziaria che si sta abbattendo sulle Borse mondiali costa cara anche a Piazza Affari: a Milano, dove il Mibtel ha ceduto il 3,52%, sono stati infatti bruciati 21,9 miliardi di euro di capitalizzazione. Ma i timori per le sorti dell'economia incidono anche sull'andamento del petrolio, che all'inizio della giornata sembrava avviarsi verso un nuovo record di 112 dollari al barile, ma nel tardo pomeriggio è sprofondato sotto i 105 dollari.

In calo anche le principali Borse europee. L'indice Ftse 100 a Londra ha perso il 3,86% a 5,414,40 punti, il Dax 30 di Francoforte ha lasciato sul terreno il 4,18% a quota 6.451,90, il Cac 40 di Parigi ha ceduto il 3,51% a 4,431,04 punti, e lo Smi di Zurigo ha registrato un - 5,02% a 6.774,26 punti.

Wall Street contrastata. Un po' meglio Wall Street, che ha chiuso contrastata con il Dow Jones in terreno leggermente positivo (+0,18% a quota 11.972,25 punti), dopo l'annuncio di acquisto della banca Bear Stearns, a un passo dal fallimento, da parte del gigante JPMorgan Chase & Co, e il Nasdaq in perdita dell'1,60%, a quota 2.177,01 punti.

Sospesa Alitalia. Giornata nerissima per i titoli Alitalia, al centro dell'attenzione in piazza Affari fin dall'apertura, quando il ribasso "teorico" in preapertura ha impedito che il titolo potesse essere trattato per le continue sospensioni; alla fine, la quotazione si è ridotta del 26,76% a 0,3911 euro contro 0,534 di venerdì scorso e 0,10 circa prevista dal piano di Air France. Nonostante le numerosi fasi di stallo, si sono scambiati oltre 43 milioni di titoli. Dopo il via libera del consiglio di amministrazione della compagnia di bandiera all'offerta di acquisto di Air France-Klm, per oggi è atteso il parere del Tesoro, mentre domani parte la trattativa con i sindacati, determinante per la validità del contratto di acquisto. Nel frattempo sul futuro della compagnia infuria la polemica politica e la Commissione europea avverte che non saranno ammessi nuovi aiuti di Stato.
La Fed taglia i tassi. Il taglio a sorpresa del tasso di sconto da parte della Federal Reserve di 25 punti base al 3,25 per cento è stato spinto dalla crisi di Bear Stearns, svenduta a JPMorgan per circa 240 milioni di dollari, a due dollari per azione: il 98 per cento in meno rispetto a fine febbraio quando il titolo era a 87,30 dollari. Il board ha votato all'unanimità autorizzando la Fed di New York a creare linee di credito per migliorare la capacità dei principali operatori di versare risorse al settore delle cartolarizzazioni. Il tasso di interesse addebitato su tale credito sarà pari a quello di credito principale, o tasso di sconto, presso la Federal Reserve Bank of New York.

La banca centrale americana mirava a disinnescare le tensioni sui mercati ma alla prova dei mercati la mossa si è rivelata inefficace. Prima ancora del tonfo dei listini europei c'era stato infatti quello delle Borse asiatiche: Tokyo ha chiuso la giornata con un crollo del 3,7%.

Record euro. Intanto continua la corsa dell'euro che il petrolio. Sul mercato valutario di Tokyo la moneta unica europea ha sfondato a un certo punto la quota record di 1,59 sul dollaro arrivando a 1,5909 per poi arretrare a 1,5850.

Sprofonda il petrolio. L'ulteriore indebolimento del biglietto verde ha fatto schizzare ancora più in alto il prezzo del greggio: i future con consegna aprile trattati al Nymex di New York hanno toccato il nuovo massimo a 111,42 dollari. A mercati Usa aperti però i timori sulla tenuta dell'economia statunitense si sono fatti sentire anche sui corsi del petrolio. Il contratto sul 'crude oil' con scadenza ad aprile segnava alle 18,30 un calo del 4,76% a 104,90 dollari al barile.

fonte: repubblica.it

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