La concentrazione di arsenico quasi tre volte superiore al limite nel mare di Crotone era stata evidenziata in uno studio del 2004 di Legambiente e Wwf. La procura di Crotone indaga dopo il sequestro di 18 aree sotto le quali sono state stoccate 350 mila tonnellate di scorie tossiche
Una presenza di arsenico di quasi tre volte superiore al limite nel mare di Crotone era stata evidenziata in uno studio del 2004 di Legambiente e Wwf. Sulla presenza di arsenico sta indagando la Procura di Crotone nell'ambito dell'inchiesta "Black Mountains" che ha portato al sequestro di 18 aree nei comuni di Crotone, Cutro e Isola Capo Rizzuto sotto le quali sono state stoccate 350 mila tonnellate di scorie altamente tossiche.
Lo studio, "Lo stato di salute del mare italiano", era stato realizzato dalle associazioni ambientaliste elaborando i dati del piano triennale di monitoraggio marino-costiero del ministero dell'Ambiente. Secondo l'elaborazione di Legambiente e Wwf, nel mare di Crotone, nel primo e nel secondo semestre del 2002, erano stati rilevati, rispettivamente, 33.360 e 29.704 microgrammi per chilo di arsenico, mentre nel secondo semestre 2003 il dato era di 39.557. Il valore limite è 12.000.
“La stazione di Crotone sfora i limiti di legge sull’arsenico (3 volte su 3, con un massimo tre volte superiore al limite consentito dalla legge) e sugli Ipa – idrocarburi policiclici aromatici, ndr – (1 su 2, con un valore 15 volte più alto del limite di legge)” recita il dossier. Ieri il pm Pierpaolo Bruni ha deciso di acquisire un altro studio, realizzato nel 2007 dal Conisma, il Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare, da cui emergeva la presenza di arsenico in marefonte: lanuovaecologia.it
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