mercoledì 1 ottobre 2008

Marchionne contesta i limiti Ue

All'Assemblea generale dell'Anfia l'amministratore delegato di Fiat critica la normativa ambientale che l'Ue si appresta a varare. E lamenta che i limiti più stringenti sono quelli per i costruttori di vetture piccole

Legambiente: «No a proposte al ribasso»

"La proposta europea, nella forma attuale, avrà come effetto quello di ridurre le emissioni di CO2 dello 0,0015%: è una percentuale ridicola". Così, intervenendo all'Assemblea generale dell'Anfia, l'Associazione nazionale filiera industria automobilistica, l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne critica duramente la normativa ambientale che l'Ue si appresta a varare.

Marchionne ha spiegato che "così come è pensato, il regolamento europeo comporta solo enormi costi per i costruttori più virtuosi e a benefici irrisori per l'ambiente. Siamo confusi dalla totale mancanza di senso, di semplice buonsenso, della proposta della Commissione europea e anche da quella appena votata dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo".
Secondo Marchionne infatti con la proposta Ue i limiti più "stringenti" sono quelli "per i costruttori di vetture piccole". E "questo significa che per la flotta del gruppo Fiat il livello dovrebbe essere di circa 122 grammi al chilometro" e "il costo che noi dovremmo sostenere non è che un modo per ridurre i costi ai costruttori di vetture più grandi". Insomma: "è come chiedere a un automobilista che guida a 110 chilometri all'ora, dove c'è il limite dei 130, di pagare una parte della multa di qualcuno che procede a 150 all'ora". In termini pratici "una sovvenzione diretta, da un costruttore all'altro, che non ha nessuna base nei principi di giustizia e imparzialità".
"L'incredibile beneficio" di ridurre le emissioni di CO2 dello 0,0015% - ha aggiunto ironicamente Marchionne - "costerà alle imprese automobilistiche d'Europa, nel complesso, 45 miliardi di euro all'anno. Per questo - ha proseguito riferendosi alla commissione ambiente Ue - il voto della scorsa settimana mette seriamente in dubbio l'interesse dei decisori europei per la sopravvivenza dell'industria dell'auto".
Per il top manager italo-canadese dunque, "ci sono modi più efficaci e più sostenibili per raggiungere gli obiettivi che la società richiede", partendo dal concetto che le emissioni di CO2 attribuibili alle auto sono "circa il 5%" del totale.
Serve dunque "un approccio integrato", che "prenda in considerazione i contributi di molte altre attività, dell'industria petrolifera, delle istituzioni, delle abitudini della gente". Solo con misure che siano "eque, tecnologicamente possibili ed economicamente sostenibili" - secondo Marchionne - si potrà raggiungere "il traguardo di ridurre le emissioni", e così "salvaguardare l'ambiente".
Naturalmente Fiat - ha concluso Marchionne - è "disposta a dare il proprio contributo - ha aggiunto - esattamente come abbiamo fatto fino ad oggi. Ma non siamo disposti a pagare solo noi per tutti. Perché così facendo, questa grande sfida non sarà altro che un grande bluff"

fonte: lanuovaecologia.it

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