"Al massimo entro un anno, grazie al piano di risanamento avviato, il buco di 300 milioni del Comune di Catania sarà coperto e consentirà, a regime, risparmi per 40 milioni di euro all'anno, e miglioramenti di entrate nell'ordine dei 20 milioni di euro annui". E' stato lo stesso dimissionari assessore al Bilancio Gaetano Tafuri con il capogruppo consiliare del Mpa Salvo Pulvirenti, a dare l'annuncio
Tafuri spiega di avere fatto la precisazione per "per senso di responsabilità e volontà di trasparenza" ma anche per rispondere a "critiche inaccettabili frutto di una visione populistica della politica e di un moralismo di facciata venute da esponenti dell'opposizione".
Tafuri e Pulvirenti definiscono "strumentale, secondo una logica di propaganda elettorale" l'attacco al leader del Mpa Raffaele Lombardo, "che - ricordano - anzi, nel luglio dello scorso anno, affermo 'o risaniamo il bilancio o andiamo a casa, ma non possiamo condannare la città al dissestò, dandoci mandato - aggiungono - di assumerci scelte impopolari ma indifferibili per risanare quelle casse comunali esauste per spese incredibili: solo negli anni 1998 e 1999, sono stati bruciati oltre 12 miliardi di lire per fiori, feste e balli, mentre si accendeva un mutuo da 70 miliardi di lire per ripianare le perdite di esercizio dell'Amt".
Quanto ai mutui, gli esponenti del Mpa sottolineano come "dei 550 milioni di euro residui, circa la metà sia stata accesa prima della sindacatura Scapagnini". Tafuri, parlando delle gestioni del Bilancio da parte dei suoi predecessori, definisce "goliardica quella dei tempi del sindaco Enzo Bianco; "velleitaria" quella dell'assessore di Forza Italia Nino D'Asero e "attendista" quella dell'altro assessore azzurro, Francesco Caruso".
"Alla determinazione del Mpa - sostiene Tafuri - si deve invece il coraggio dei tagli, delle razionalizzazioni, dei risparmi e persino di quegli aumenti delle tasse populisticamente differiti per ben quindici anni dalle varie Amministrazioni, e questo persino in manifesta violazione di una legge che prevede il recupero di almeno il 36% delle spese nei servizi a domanda individuale".
fonte: lasicilia.it
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