PETROLIO BOLLENTE - L'accelerazione al ribasso del dollaro è coincisa con l'impennata dei corsi petroliferi, arrivati a superare per la prima volta nella storia i 104 dollari al barile: nella notte il greggio Wti ha sfiorato addirittura i 105 dollari (104,95 il massimo). L'ennesima fiammata è arrivata dopo la decisione dell'Opec di confermare la produzione ai livelli attuali e i deludenti dati sugli stock di petrolio negli Stati Uniti. Il rialzo rispetto a martedì è di quasi il 5%, circa 5 dollari in più rispetto alla precedente chiusura. Incide anche la pubblicazione delle scorte di petrolio degli Stati Uniti, scese nella settimana terminata il 29 febbraio di 3,1 milioni di barili a 305,4 milioni di barili. Al mattino di giovedì, in Asia, le quotazioni del petrolio si sono leggermente rafferedate, ma restano sopra i 104 dollari al barile per il Wti, mentre il future sul brent quota sopra i 101 dopo il top di mercoledì a 101,82.
ORO IN ORBITA - L'ennesima caduta del dollaro ha mandato in orbita anche le quotazioni dell'oro: il metallo ha raggiunto un nuovo primato assoluto a un passo dai mille dollari: l'asticella per ora si è fermata a 995,20 dollari l'oncia, sulla scia del rally del prezzo del petrolio e dei timori di un aumento dell'inflazione negli Usa.
fonte: corriere.it
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