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È guerra al fenomeno antenna selvaggia sui tetti delle città. Il cielo è un diritto di tutti e il paesaggio urbano un bene culturale da tutelare. Per questo l'associazione "Riprendiamoci il cielo" insieme a Italia Nostra, nel corso di un convegno a Roma, propone un protocollo d'intesa tra privati e amministrazioni per tutelare e ripristinare lo skyline originale delle città italiane. I tetti sono infestati da "foreste di ferro", a cui si può porre rimedio «partendo dalla centralizzazione delle antenne condominiali», spiega Ebe Giacometti, di Italia Nostra, che da quasi due anni collabora con l'amministrazione della Capitale per «proporre dei rimedi concreti». «In attesa di un quadro normativo che regoli e vincoli i paesaggi urbani- racconta Giacometti - abbiamo aperto delle collaborazioni con le aziende del settore, a partire da Telecom Italia, per ridurre l'impatto visivo di cavi e antenne, sull' esempio di molti Paesi europei che già hanno strumenti legislativi adeguati». Quella contro le antenne è solo l'inizio di una «battaglia di civiltà - sostiene Pino Galeota, presidente di Riprendiamoci il cielo - perché è paradossale che nel Bel Paese di vedano scempi come questi». Alle sue spalle scorrono le immagini (scattate da Dino Ignani) di alcuni dei panorami più famosi della Capitale, dall'Altare della Patria a Piazza del Popolo fino al Gianicolo, che immortalano scene tutte uguali: tetti letteralmente ricoperti di antenne, «molte delle quali lì da cinquant'anni e nemmeno più funzionanti»". Ma il problema di Roma è quello di tutte le città italiane, per questo arriva anche la proposta di una legge nazionale. «Un tentativo almeno per quanto riguarda i centri storici era stato fatto in questa legislatura - sottolinea Pietro Folena, presidente della commissione Cultura della Camera - e sarà una delle grandi sfide per il prossimo governo». fonte: lanuovaecologia.it |
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mercoledì 5 marzo 2008
Foreste di ferro
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