Per il portavoce del commissario Ue Andris Piebalgs l'eventuale ritorno all'atomo dell'Italia non modificherebbe l'obiettivo del 17% di fonti pulite al 2020. «L'energia nucleare non è rinnovabile, e non è calcolata nel mix dei target concordati»
L'eventuale ritorno all'energia nucleare da parte dell'Italia non modificherà gli obiettivi vincolanti fissati a livello europeo per i consumi italiani da fonti rinnovabili che dovranno salire al 17% entro il 2020.«L'energia nucleare non è considerata una fonte rinnovabile, pertanto non è calcolata nel mix di fonti con il quale ciascun paese deve raggiungere i target concordati», ha detto il portavoce del commissario Ue Andris Piebalgs, Ferran Tarradellas, interpellato sul programma del Pdl che prevede il ritorno dell'Italia alla produzione di nucleare, in margine al consiglio ue dell'energia.
I 27 hanno concordato nel marzo del 2007 di portare a livello europeo al 20% i consumi da energie rinnovabili (prodotte da sole, vento o biomasse) entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Ciascun paese ha un obiettivo differenziato, fissato per l'Italia al 17% contro l'attuale 5,2%.
fonte: ambiente.it
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