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Militanti del Movimento Sem Terra brasiliano (Mst) hanno devastato 150mila ettari di foresta nel comune di Tailandia, da dove è partita l'operazione militare anti-disboscamento varata dal governo Lula la settimana scorsa. A Tailandia, nello stato amazzonico del Parà, a circa 200 chilometri da Belem, da quasi vent'anni il Movimento dei bracciantisenza terra occupa un'estensione sempre più grande di foresta demaniale, che a poco a poco è stata ridotta a pascolo e carbone vegetale. Lo hanno scoperto i funzionari dell'Istituto ambientale brasiliano (Ibama), che seguono le truppe dislocate dal governo di Brasilia per far fronte alla recrudescenza del disboscamento, rilevata il mese scorso dopo vari anni di riduzione. Quello che ha lasciato di stucco funzionari dell'operazione "Arco di fuoco" e ambientalisti, pure abituati alle dimensioni giganti della devastazione amazzonica, è l'estensione del disastro causato dai Sem Terra: nemmeno le maggiori segherie clandestine transnazionali o i latifondisti più avidi hanno mai ridotto in cenere 150 mila ettari di foresta. Nell'accampamento di Pindorama, a 24 chilometri da Tailandia, per esempio, 48 famiglie di militanti si sono divise un'area di 3.453 ettari: dove prima c'era una foresta rigogliosa, adesso ci sono 107 forni per la produzione di carbone vegetale e nemmeno più un albero. Nella zona ci sono altri 18 accampamenti di Sem Terra come quello di Pindorama, che lavorano altrettanto alacremente alla distruzione della foresta. «Il governo non fa la riforma agraria, le banche non ci danno i finanziamenti per l'agricoltura e la gente qui deve tirare avanti come può», ha commentato José Valdir Hoss, presidente del sindacato dei lavoratori rurali di Tailandia. fonte: lanuovaecologia.it |
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mercoledì 5 marzo 2008
Amazzonia, l'impatto dei Sem Terra
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